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soggetti smarriti di mauro orlando foto per gentile concessione di federico iadarola1(di Mauro Orlando)

……ho visto il mio vecchio amico…..clown Nanos sbracato al sole in riva al mare del “Pozzillo di Santa Maria di Castellabate” ….guardare profondamente nello specchio del mare con occhio indagatore come a ripetere la domanda di sempre “al di là dello specchio cosa c’è”….la risucchiante e sconfinata immagine negli orizzonti mutevoli…. parete d’acqua riflettente e muta….non risponde come Dio ….il padrone…signore e creatore smemorato.

E allora si guarda alle spalle e improvvisamente viene risucchiato nel variopinto e caciarone mondo dei vacanzieri domenicali….palloni che volano…mamme che gridano….padri immobili e sordi…un mondo oramai “oltre”” le domande e le possibili risposte. Si avvicina a un bambino ….anima pura e incontaminata in una selva di selvaggi postmoderni….che cercava con la ingenuità della “follia infantile” di svuotare il mare con il suo secchiello riempiendo una buca enorme scavata precedentemente con il suo rastrello e paletta di plastica…..tenta con nonchalance non sospetta una domanda generica ma intrigante…”ti piacciono i clowns ?” ….”NO” fu la risposta tranciante…. secca e un pò infastidita….Disilluso e contrariato come “il cappellaio matto” nel viaggio di Alice nel paese delle meraviglie…. riprese tra sè e sè il viaggio ininterrotto alla ricerca del “clown nascosto nel profondo del proprio “io”.

Un viaggio improbabile….della stessa inconsistenza dei sogni… come sospeso nel “vuoto” di un mondo oramai pervaso fino al midollo dal “nihilismo” filosofico e esistenziale .Lavoro improbo e difficilissimo e inutile come per Tantalo del mito greco sperimentato già quotidianamente e semplicemente nelle vissute fenomenologie ciniche e isteriche della vita coniugale e familiare.

Pensava a quel furbacchione di Ulisse che dopo tutte le guerre ,avventure e furbate pedofile e magiche delle Nausiche e Circe di turno…. aveva preferito assecondare il “nostos” come nostalgia del suo letto sicuro e caldo costruito sul suo ulivo di casa e conservato inviolato e illibato dalla tessitrice-moglie Penelope.

Ma Nanos si è inventata “la moto del tempo” come innocua e provvisoria “fuga” dagli obblighi familiari …spingendo oltre l’effetto “ottovolante”….dando prova di una fervida e sfrenata fantasia. Ma il tema chiave che lo sconvolgeva e ammaliava assieme ai suoi compagni di merenda e di follie clownesche era la domanda prioritaria e pregiudiziale. “ma tu …hai mai cercato il clown che è dentro di te ?

“E se lo hai trovato ….che senso gli hai dato o hai fatto finta di niente e hai continuato la tua vita come.se niente fosse accaduto” Tutti pensavano che questo arrovellarsi per trovare una causa e un senso alla tagliola depressiva sempre in agguato della “modernità incivile e oppressiva” fosse un artifizio retorico …un paralogismo o ontologismo o un falso problema per evitare la civiltà riflessiva della responsabilità e consapevolezza. E allora la domanda restava nel vuoto pneumatico dei paradossi logici e gli arzigogoli spiritosi di Zenone di Elea….vecchio concittadino cilentano che era costretto a vivere col suo spocchioso e drastico e un po’ rompicoglioni concittadino Parmenide….Ogni giorno che lo incontrava nell’ agorà o a teatro gli ricordava che ” l’ Essere è non può non essere e ….il divenire non è, e sopratutto non è dicibile”.

Ma lui si divertiva ad inventare situazioni improbabili con esiti non scontati…Inventava una gara di corsa tra Achille “piè veloce e la ” lentissima” tartaruga ..come rompicapo logico per i suoi amici e concittadini….spesso mi ha chiesto in privato come suo “anghelos” di riferimento dei temi filosofici dell’eternità e universalità dell’Essere e il senso possibile della “mutevolezza del divenire” per non finire nella letteratura fantastica e fare la figura del “depresso inconsapevole Cappellaio matto” con i suoi incontri con tutti “folli” consapevoli e inconsapevoli …zoppicanti o emarginati nel mondo dei cosiddetti “normali” perfezionando la macchina teatrale senza la magia della ispirazione o della autenticità. Nella sua esperienza di clown-dottore più che uno sviluppo o interpretazioni delle storie dei clowns contadini …di corte….dello spettacolo mediatico moderno affrontava l’accumularsi delle situazioni di “contraddizioni e conflitti” che la società contemporanea aveva ereditate dal passato ma sopratutto le nuove situazioni del riso e del divertissement che aveva reinventato nel presente e sognate nel possibile futuro.

Quindi bisognava attrezzarsi a vivere e interpretare un accumularsi di situazioni…ammiccamenti continui…scontri con le psicologie, poteri politici …. convenzioni e compromessi in un lavoro di una stanchezza incombente e stravolgente. Mascherarsi dietro “Nanosecondo” personaggio oltre il tempo immobile e lineare….mezzo umano…mezzo orologio fermo oltre la cromosfera da cui dipende l’euritmia o la caosritmia dell’universo intero…. ammiccava volontariamente nella scia biblica e edenica e delle origini del tempo storico e dello spazio geografico nella domanda fissata nella forma della filosofia “Conosci te stesso” che il petulante Socrate ripeteva agli ateniesi già nel VI sec. a.c.

Il suo spirito del tempo verticale del clown ha sperimentato tra gli uomini in carne ed ossa la inutilità della definitiva risposta della verità e autenticità del “te stesso” conosciuto dalla filosofia ironica di Socrate e in quella formale e ideale di Platone. Nanos sapeva che il tempo come categoria filosofica non esiste…il tempo reale dà e prende, regala e ruba, c’è e non c’è, come il continuo divenire del fiume di Eraclito…il tempo mobile e immobile assieme ci tormenta e ci delizia.

Il suo clown si intrufola nel passato e ci gioca dentro e contro anche con le nostalgie che si fanno fantasmi per il sonnambulo Amleto sulle mura della “marcia Danimarca”….oltre i giochini psicologici e amorosi tra “essere e non essere” dello sfigato Romeo…senza la pretesa di cambiare i corsi e ricorsi della storia e senza la pretesa di dover cambiare il mondo reale ….tuttalpiù giocando nelle contraddittorie fantasie del mondo dei sogni…..Nanos sa che “il kaos e il polemos-conflitto” non sono filosoficamente e sostanzialmente intrappolabili nelle categorie formali ed ordinate del “logos” delle “idee”.. o nei “labirinti mentali” …..essi sono il sale della terra e bisogna educarsi con pazienza e accortezza a viverli nelle innumerevoli contraddizioni, cambiamenti…. conflitti….lavoro difficile a dirsi ma sopratutto difficile a farsi specialmente dopo averlo trovato questo “benedetto-maledetto” clown o sé stesso” che come un “elicobatteri” insidiava le pieghe, gli anfratti, le caverne, le buche, le frane, i buchi neri che insidiano come “demoni” la nostra anima sensibile, concupiscibile, irascibile e razionale …… sapendo come canta De Gregori che “tutto questo Alice-Nanos non lo sa……

“Alice guarda i gatti

e i gatti guardano nel sole

mentre il mondo sta girando senza fretta.

Irene al quarto piano è lì tranquilla

che si guarda nello specchio

e accende un’altra sigaretta.

E Lilly Marlin, bella più che mai,

sorride e non ti dice la sua età,

ma tutto questo Alice non lo sa.

Ma io non ci sto più gridò lo sposo e poi,

tutti pensarono dietro ai capelli,

lo sposo è impazzito oppure ha bevuto

ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa.

Non è così che se ne andrà.

Alice guarda i gatti

e i gatti muoiono nel sole

mentre il sole a poco a poco si avvicina,

e Cesare perduto nella pioggia

sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina.

E rimane lì, a bagnarsi ancora un po’,

e il tram di mezzanotte se ne va

ma tutto questo Alice non lo sa.

Ma io non ci sto più e i pazzi siete voi,

tutti pensarono dietro ai capelli,

lo sposo è impazzito oppure ha bevuto

ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa.

Non è così che se ne andrà.

Alice guarda i gatti

e i gatti girano nel sol

mentre il sole fa l’amore con la luna.

Il mendicante arabo ha qualcosa nel cappello

ma è convinto che sia un portafortuna.

Non ti chiede mai pane o carità

e un posto per dormire non ce l’ha,

ma tutto questo Alice non lo sa.

Ma io non ci sto più gridò lo sposo e poi,

tutti pensarono dietro ai capelli,

lo sposo è impazzito oppure ha bevuto

ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa.

Non è così che se ne andrà.