Quel giorno mi alzai di buon umore, perché un raggio di sole mi aveva sfiorato il viso coprendomi di un tenue calore, indossai la mia tenuta da casa: una tuta grigia, ma nel mio cuore c’erano mille colori.
Mi diressi verso la cucina dove si sentiva il borbottio della caffettiera e l’odore del caffè appena uscito.
Mentre mi versavo il caffè nella tazzina, vidi il cielo: era bellissimo, era di un blu intenso e decisi di concedermi un momento di piacere e di gustare il mio caffè sul dondolo, situato sul mio balcone .
Li l’ebbrezza mattutina mi accarezzò le guance. Mi misi a osservare la natura che mi circondava: notai che la montagna, di fronte casa mia, si era risvegliata, gli alberi incominciavano a sbocciare, indossando così l’abito variopinto della primavera, gli uccellini mi liftavano con il dolce canto.
All’ improvviso il mio sguardo fu rapito dalla mia pianta di camelia che avevo sul balcone: le sue foglie verdi facevano spazio ai primi boccioli rosa che si affacciavano timidi…mi avvicinai ed osservai che avevano i petali rosa, ne ammirai per un momento la loro bellezza fin quanto fui inebriata dal loro profumo.
A un certo punto un passero si posò sulla ringhiera e si mise a cinguettare: era l’inno alla vita.
Ciò risvegliò in me un forte desiderio alla vita, tutto, anche le piccole cose che prima mi pesavano, assumeva un aspetto gioioso.
Ben tornata primavera con i tuoi inni alla vita.
di Clown Nuvola al secolo Castagnozzi Mariarosaria