Tag

, ,

fiabareL’Associazione Comunità RNCD,

promuove il

“progetto-evento”

scrivete:

“LA FIABA DELLA NOSTRA VITA”  

La nostra proposta “evento” si propone di raccogliere le vostre fiabe e con la vostra autorizzazione-liberatoria ci potrete dare la FACOLTA’ di pubblicare direttamente voi (in formato PDF o altro) nel Gruppo RNCD di FACEBOOK che nel BLOG della nostra Associazione Comunità RNCD inviandoci il testo per email  . Resta facoltà  futura l’eventuale raccolta e stampa di un libro a cura della nostra associazione ed il cui ricavato QUI POTETE SCARICARE LA LIBERATORIA PER LA PUBBLICAZIONE DEL RACCONTO (che in ogni caso ci dovrete inoltrare) potrà servire a sostenere i progetti e gli scopi sociali della nostra associazione.

Per la  prima pubblicazione della vostra fiaba sia nel gruppo Comunità RNCD su facebook che sul nostro blog, potete utilizzare chiaramente anche un vostro pseudonimo di fantasia e/o lo stesso nome di clown o il vostro vero nome e cognome ed in ogni caso sottoscriverci la  liberatoria che contiene la doppia facoltà (vedi modello sopra indicato e scaricabile), che dovrete IN OGNI CASO CI DOVETE INOLTRARE AUTOGRAFA all’INDIRIZZO EMAIL DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE: info@radunonazionaleclowndottori.org .

PERCHE?

  • A miglior spiegazione possibile vi possiamo dire che noi stessi siamo una fiaba. Il nostro corpo è fiaba, la nostra immagine è fiaba, i nostri pensieri, l’odio e l’amore che possiamo provare, gli incontri e gli addii, i rapporti personali. La fiaba, insomma, come tessuto dell’anima, come motivo conduttore delle nostre vite. Fiabare è “agire la fiaba”, scoprire nuove possibilità nella nostra vita. Fiabare è saper vivere, accettare le sconfitte, educando noi stessi alle infinite possibilità. Fiabare significa dare corpo alle nostre anime irrequiete, perché in fondo c’è sempre anche per noi un lieto fine, dove tutto è meraviglioso è perfetto così com’è.

QUI VI DIAMO ALCUNE INDICAZIONE PER AIUTARVI A SCRIVERE “LA FIABA DELLA NOSTRA VITA”:

La fiaba, a differenza della favola, non contiene una morale (un giudizio), ma semplicemente la storia di un personaggio immaginificando i contesti.

In questo senso vi dovrete attenere scrupolosamente alla struttura narrativa della fiaba e non a quella della favola. Nella favola in genere i personaggi sono animali ai quali si trasferiscono tutti i difetti degli uomini (che non imparano mai: ad esempio La Fattoria degli Animali di Orwell), nel mentre, nel caso della Fiaba, è sempre (in genere) un uomo (il principe Azzurro) o  una donna (Cenerentola), il/la protagonista (giusto per ricordavi qualche esempio). La cosa fondamentale di ogni fiaba è che, nonostante tutte le difficoltà della storia della vita del protagonista (in questo caso voi, che scrivete), finisce sempre a lieto fine, qualsiasi cosa  vi sia potuta accadere, sarete voi a decidere il LIETO FINE.

Il metodo generale che prendiamo a riferimento è quello de LE CARTE di PROPP , metodo che vi consigliamo in ogni caso di consultare. Nel caso di Propp le tappe che descrivono la struttura di una fiaba sono 31 tappe, ma secondo il suggerimento di Gianni Rodari,  possono essere ridotte anche a 20 + l’inizio, con il mitico inizio del “C’era una volta…..” ed il finale, altrettanto mitico: “è vissero tutti felici e contenti!” (entrambi obbligatori!).

Quindi “la fiaba della nostra vita” a differenza della favola, deve contenere questa classica struttura:

C’era una volta….

Il profilo del protagonista(voi, assumendo, se volete, anche un aspetto diverso: principe, ecc.) e quindi potendo parlare in terza persona (anche se raccontate la storia della vostra vita attenetevi scrupolosamente ad essa o mantenete semplicemente il vostro nome e la vostra figura nel reale contesto magnificando i contesti).

Potete rappresentare i vostri problemi anche attraverso le figure mitiche dei personaggi delle fiabe (draghi, streghe, ecc.) o semplicemente nominarli per quelli che essi erano nella realtà (familiari, ecc);

il lieto fine

Per quello che ci riguarda, e prendendo il suggerimento che ci propone Clown Nanosecondo al secolo Enzo Maddaloni nel libro “Mettiamoci in Cerchio” potete utilizzare gli schemi seguenti che riducono dalle 21 tappe proposte da Rodari, A SETTE TAPPE fondamentali, così sintetizzate da Nanos-Enzo:

1.       C’era un volta l’eroe (voi)

2.       Antagonista: l’oppositore dell’eroe;

3.       Falso eroe: si sostituisce all’eroe con l’inganno;

4.       Mandante: chi spinge l’eroe ad intraprendere la sua missione;

5.       Donatore: la guida dell’eroe, colui che gli dà un dono magico;

6.       Aiutante: chi aiuta l’eroe a portare a termine la missione ricevuta;

7.       Persona ricercata:premio amoroso; finale per l’eroe.

Sulla base del suddetto schema strutturatela seguendo in sintesi queste sette tappe fondamentali:

1) L’eroe (voi), nel momento presente;

2) L’eroe (voi), nella riflessione sul momento presente;

3) L’eroe e l’antagonista, nella relazione che con l’umanità interdipendente con l’altro – antagonista e/o con gli altri protagonisti della vostra vita (fatti e accadimenti) della vostra vita reale, per le prove che la vita ci ha posto di fronte riconosce e accetta il fatto che quello è stato il meglio per noi e così grazie all’incontro che faremo più avanti con il nostro mago possiamo trasformare il piombo in oro;

4) l’eroe che scopre modelli antichi di comportamento, riscrivendoli (riorganizzarli, cambiandoli) alla luce del tempo presente;

5) L’eroe e l’incontro con il suo mago e/o fata – che in questo caso può essere rappresenta o da un amico/a o dalla consapevolezza raggiunta – nel momento presente e questo nel confronto con gli altri e con se stessi ci fa scoprire che il vissuto può essere riformulato (trasformare il piombo in oro) alla luce dell’esperienza dell’oggi;

6) L’eroe che con gli strumenti che gli ha consegnato il suo mago o fatina riconosce gli squilibri di varie sfere della propria esistenza (materiale, salute, lavoro, affetti, ecc) comprendendo come riproporli in equilibrio tra di loro;

7) L’eroe nel suo percorso magico e nonostante le asperità della vita e dei suoi vissuti, ponendosi così in sospensione del giudizio e mettendo da parte ogni opinione e giudizio anche degli e di altri, comprende che non esiste un metro di giudizio per misurare la nostra perfezione e quindi comprende che “tutto è perfetto e naturale così com’è” e quindi tutto ciò che gli è potuto capitare nella sua vita è il meglio per sé e ciò rappresenta la premessa per costruire attraverso l’esperienza, il suo lieto fine.  (A cura di Enzo Maddaloni –  Clown Nanosecondo dal libro “METTIAMOCI IN CERCHIO di Sidney Journò e Enzo Maddaloni – Meridiana Edizione – 2012)

Vi aspettiamo nel regno del tempo all’incontrario, fatto di clown & sognatori pratici 

Bibliografia:

“Mettiamoci in cerchio” Journò Sidney, Enzo Maddaloni – Ed. Meridiana 2011; 
“Morfologia della fiaba” – scritto di Vladmir Propp – linguista e antropologo russo;
“La grammatica della fantasia”, di Gianni Rodari – Ed. Einaudi;
“Le storie che curano”,  James Hillman – Ed. Raffaello Cortina – Milano 1984
“Il codice dell’anima”, James Hillman  – Ed. Adelphi – Milano 1997
“Tipi Psicologici”,  Carl Gustav Jung – Ed. 1921- Boringhieri – Torino 1977
 “Analisi Transazionale e Neuroscienze” – Un binomio da riscoprire – di Maristella Fantini Ed. Ananke