Martedì 19 Marzo 2013 – ore 17
Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
palazzo serra di cassano – NAPOLI
come arrivarci mappina
invito
conferenza di RENATO PALMIERI
“UNIVERSO FISICO & UNIVERSO MORALE”
Le leggi morali hanno radice nelle leggi fisiche
Ma cos’è la fisica unigravitazionale?
È la risposta al secolare sogno di una unificazione, di una Unità, alla base di tutti i fenomeni naturali, e la sua sintesi in una singola e universale legge matematica che li descriva in modo semplice e completo.
Azzardato, in passato, da molti celebri scienziati, questo sforzo di unificazione ha prodotto, sì, delle sintesi che hanno mostrato validità ed efficacia in determinati campi di applicazione, «ma ha portato contemporaneamente – come sostiene Piergiorgio Fusco, fisico delle particelle dell’Università di Bari – una complicazione e una moltiplicazione, quindi l’opposto di una unificazione, a livello “generale”. In questo contesto – continua P. Fusco –, con un atteggiamento che può apparire temerario, si inserisce l’impresa di Renato Palmieri, che non tenta di apportare delle correzioni al sistema scientifico attuale, ma propone di sostituirlo con un approccio completamente nuovo fin dalle fondamenta».
La gravitazione e le forze atomiche sono «in sostanza – spiega ancora Fusco – solo diverse manifestazioni, con diversa intensità, di una stessa forza, che può essere descritta matematicamente con una formulazione simile a quella della legge di Newton, ma più completa.
L’autore introduce una formula che contiene dei parametri che sono trascurabili nel macrocosmo, ma determinanti nel microcosmo e quindi, a seconda della loro modulazione, questa formula sarebbe in grado di applicarsi a tutti i fenomeni».
Con tale impianto, Renato Palmieri assicura, quindi, una direzione pratica alla metafisica e, al contempo, elargisce alla fisica contemporanea, quel risvolto filosofico per troppo tempo celato dal paradigma scientifico dominante, monopolio astruso di pochi “iniziati” e responsabile di orribili delitti contro l’umanità.
«Si formula – chiarisce Palmieri – un atto di accusa, nei confronti di dottrine fisico-cosmologiche, che da troppo tempo oscurano menti e coscienze, con fantasie teoriche di ogni genere, assunte nel senso comune a “dogmi” della scienza».
«In realtà – conclude il professor Palmieri – oltre un progresso tecnologico di mero carattere empirico, non esiste una sola prova di vera conoscenza scientifica nella generalità delle attuali concezioni sull’Universo. Ne deriva la necessità di un cambiamento radicale di paradigma, che ridia coerenza al pensiero umano, rimettendolo nel solco d’un moderno Rinascimento».
La “seconda rivoluzione copernicana” (che sottotitola i corsi sulla Fisica Unigravitazionale) auspicata da Palmieri è già avviata.
La gravitazione è polarizzata: pianeti, stelle, galassie hanno un asse di rotazione con due poli e una espansione equatoriale. La gravitazione newtoniana, invece, è isotropa: “ignora” la polarizzazione ed è quindi radicalmente sbagliata, rendendo impossibile ogni teoria unificatrice.
Tutta la fisica teorica moderna, da Newton ad oggi, ha di fatto un ruolo “tolemaico”, compresa la sua deformazione relativistica. Ad essa subentra per necessità storica la fisica unigravitazionale (polarizzata e anisotropa), come l’eliocentrismo di Copernico al geocentrismo di Tolomeo.
di Corrado Valletta (giornalista)
SINTESI UNIGRAVITAZIONALE pubblicato il 9 marzo 2013 su
I neutrini del CERN : ovvero, il trionfo del Fotone Unigravitazionale
N. B. Il concetto di flessibilità teorica resta valido nonostante la “marcia indietro” del CERN (febbraio 2012). Majorana nel 1937 anticipò i neutrini superluminali.
Nessuno poteva immaginare che una notizia diramata da fisici sperimentali, dopo tre anni di prove (22 settembre 2011), fornisse l’assoluta prova matematica della parte più difficile di questa opera: la sezione 6 riguardante le dimensioni e le funzioni del fotone, la particella unica e fondamentale della materia. Diamo qui una sintesi molto ridotta del problema, sull’onda del suo carattere sconvolgente e dell’urgenza di offrirne un’informazione corretta nel mare di commenti suscitati.
La chiave del mistero fisico-matematico sta nei §§14-16 di quella sezione (essendo necessaria a rigore l’intera lettura di essa). Indichiamo col solito c il valore empirico della velocità della luce nel vuoto di circa 300000 km/s (propriamente 299792,458 km/s). Ma tale simbolo ha tre versioni differenti: relativistica, tradizionale, unigravitazionale.
La prima è nata dalla erronea lettura dell’esperimento Michelson-Morley (come dimostriamo tante volte: v. NOTA a “Bilancio storico”) ed ha l’incredibile caratteristica della cosiddetta “costanza”, puramente dommatica. E’, quindi, la prima insanabile vittima dei neutrini più veloci della luce.
La seconda, più ragionevole, ma senza spiegazione del limite, presenta giustamente la componibilità (al posto della costanza), come per l’ “aberrazione siderea”. Ma, a causa del limite, viene anch’essa spazzata via dai neutrini superveloci.
Ed ecco la terza, quella unigravitazionale, il cui limite empirico – lo stesso delle altre due, ma spiegato con una debole resistenza dell’etere – è però flessibile!, fino a un limite teorico superiore, di carattere ondulatorio, indicato nel §14: precisamente 1,035288c (la notazione greca, in dimensioni fotoniche ε/τ, equivale a c: v. fine di §15). In questo modo, tra il comune limite empirico di 1c e quello solo ondulatorio di 1,035288c trova posto una lieve superabilità del primo, che le altre due versioni della velocità della luce non consentono, oltre a non possedere una qualche reale spiegazione del limite.
Questo limite più ampio alle velocità corpuscolari è sfruttato dalle particelle neutriniche, in particolari condizioni, per correre a una velocità superiore a c. Ebbene, gli esperimenti del CERN danno un risultato di circa 300006/300000 km/s=1,00002c, in perfetto accordo col ragionamento unigravitazionale.
di Renato Palmieri
Napoli, 23 settembre 2011
“…La nuova fisica, tuttavia, si è tolta questa curiosità e può spiegare, essa sola, la ragione per cui ci si commuove leggendo L’Infinito di Leopardi, nonostante il suo doloroso sentimento su “l’infinita vanità del tutto”: non come marionette del DNA, ma come destinatari della sua “musica”…..”
“esiste una sola forza nel cosmo ed è la gravitazione, attrattiva centripeta. Non esiste “repulsione”, che è solo apparente: ciò che sembra respinto da qualcosa, è attratto in prevalenza da qualcos’altro.”
Nel suo bellissimo libro, purtroppo non in ristampa, chiude con questo periodo: “L’esperimento dei fisici di ginevra ha dunque dimostrato, senza che essi ne siano consapevoli, la realtà di una “telepatia” fotonica, che è fenomeno ordinario di tutta la natura e che si riscontra, in modo meravigliosamente estetico , nelle manifestazioni sensibili di quel miracolo che si chiama amore” (Pag 356 – La Fisica Unigravitazionale e l’equazione cosmologica ed. istituto italiano per gli studi filosofici – napoli2006)
Per chi voglia approfondire i temi qui solo accennati, può consultare la fonte:
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